1 Novembre 2010 di Daniele Frulla
Lavorando nel campo dell’informatica da diverso tempo, ho assistito a svariati cambiamenti epocali nel corso degli ultimi vent’anni. Oggi è più facile pubblicare articoli e comunicare, ma con un’enorme quantità di dati da gestire, siamo ancora sprovvisti di filtri che ci permettano di selezionare le cose che non riteniamo interessanti, come lo spam ed i … social network.
Non esiste cosa al mondo di cui non si possa fare un uso illecito e sbagliato, l’importante è fare sempre l’uso migliore di ogni cosa che si va ad usare.
Evito i social network come se fossero la peste, perchè ritengo che con un tipo di vita troppo social causata dall’uso smodato di queste piattaforme, si rischia di perdere contatto con la realtà e tutto ciò che rimane della nostra esistenza, è solo un misero ed arido profilo che potrebbe innescare meccanismi depressivi e di solitudine. Quello che si deve comprendere è che un social network non può rappresentare la stessa socialità che abbiamo nel mondo reale, nella quale viviamo sfumature che un social network non può gestire, perchè il social network è amministrata con un database e finisce per essere un’immagine della realtà sociale molto distorta. Una volta metabolizzato tale concetto, si riscontra come il social network perda il suo valore iniziale: dopo aver invitato decine di persone, uno pensa di essere soddisfatto del suo network che si amplia, ma finisce con il perdersi in un network troppo grosso, che non soddisfa più le esigenze personali, ritrovandosi amici dei quali ignora l’esistenza e forse non li vedrà mai di persona (fantastico!!!).
Partendo dall’affermazione che una persona non si conosce mai abbastanza, figuriamoci quanto sia possibile conoscere un profilo su internet!!!
Un’altra considerazione va fatta sul fatto che i siti dei social network non offrono garanzie che tutelino la privacy agli utenti, perchè leggendo tra le voci delle “condizioni d’uso” dei social netowrk si apprende che tutte le informazioni che vi passano attraverso, diventano automaticamente di proprietà dello stesso. Quindi all’atto dell’iscrizione si deve riflettere se si è disposti a lasciare tutte le nostre informazioni a facebook che dovrebbe dire con quali garanzie vengono rispettati i nostri diritti alla privacy, perchè se è sicuro che i dati degli uenti sono venduti a terze parti, potrebbe anche essere vero che dietro a facebook ci sia la CIA che avrebbe la possibilità di poter accedere a terabytes di dati senza muoversi da Langley, tracciando un profilo di qualsiasi iscritto, che in nessun altro modo avrebbe potuto avere.
Ma grazie alla sua natura, l’Uomo ha sempre avvertito la necessità di instaurare relazioni di ogni genere e di stare a stretto contatto con altre persone, anche con quelle con le quali non avrebbe voglia di avere uno scambio, perchè fondamentalmente ciò di cui ha bisogno è un sorriso o come sostenne Eric Berne nel suo libro “Games People Play” sull’analisi transazionale:
“Il rapporto sociale è basato sulla carezza, che rappresenta l’unità fondamentale dell’azione sociale, mentre la transazione rappresenta l’unità del rapporto sociale, lo scambio di carezze“.
E’ necessario intraprendere una politica di educazione alla rete, insegnando alle persone che Internet è un processo irreversibile che non cancella mai i suoi dati e che le informazioni personali vengono raccolte, memorizzate e sempre disponibili. Quando i giovani si troveranno a cercare lavoro, si scontreranno con l’e-recruitment, disciplina incaricata di valutare i curriculum vitae inviati dai giovani, confrontandoli con la vita sui social network, perchè sono portati a pensare che siano due mondi diversi ed usano la tecnologia sia per cose frivole sia per cose importanti.
Voglio sperare che siano le persone a contare e non gli strumenti che usano, quindi se le reti sociali sono gestite in modo positivo possiamo trarne vantaggi in termini professionali e culturali, perchè per molti aspetti i social network sono realtà sociali ribaltate nell’era tecnologica che rappresentano comunicazioni in tempo reale. La tecnologia ci ha trasformati in cittadini che vivono in un doppio sistema di regole: quello dello Stato e quello di Internet della società digitale, che determina nuovi scenari dovuti alla trasformazione del sistema dei valori e delle identità sociali, grazie all’architettura aperta di Internet che ha guidato i suoi utilizzatori, verso principi come la collaborazione e lo scambio, ma la maggioranza degli utenti della Rete sono stati raggiunti solo negli ultimi anni da questi principi, con i programmi di scambio peer to peer e con l’avvento di strumenti di social software quali i blog, wikipedia e youtube. Questa libertà di espressione, da sempre strumento di potere, passa direttamente all’utente finale che acquisisce, rielabora e restituisce al flusso informativo del Web ogni genere di informazione.
In questo modo l’utente diventa parte integrante della socità digitale ed internet, con la sua libertà, può essere visto come il sistema operativo della conoscenza condivisa, delle dinamiche collettive, le informazioni generano e si appoggiano su una struttura a rete, paritaria e non più gerarchica.
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