13 Novembre 2010 di Daniele Frulla
Presso il Ministero dello Sviluppo Economico si è raggiunta un’intesa tra i principali provider italiani per la realizzazione della nuova rete in fibra ottica, per portare la banda larga nelle abitazioni e nelle imprese. Il documento si chiama Memorandum of Understanding (MOU) e fissa le linee guida per la collaborazione dei provider.
La società di nuova costituzione avrà il compito di realizzare le “Infrastrutture passive per le NGN (Next Generation Network), opere civili di posa, cavi in fibra spenta, canalizzazioni verticali negli edifici e locali per la terminazione delle fibre ottiche, con caratteristiche di neutralità, apertura, efficienza ed espandibilità”.
Il MOU introduce il rispetto del principio di sussidiarietà per evitare inutili duplicazioni sulle infrastrutture di posa ed offrire opportunità per uno sviluppo più veloce e meno oneroso dei progetti, quindi le zone già coperte non dovranno essere ricablate, sfruttando la rete di Fastweb, di BT e quelle del progetto di Telecom Italia.
L’accordo riguarda solamente la parte “passiva” della NGN ossia le infrastrutture (scavi, cavidotti, canaline verticali) che permetteranno di raggiungere gli abbonati (si tratta comunque di una porzione oscillante tra il 60% e l’80% dei costi complessivi). La parte “attiva” (fibra ed apparati) sarà invece gestita dalle singole aziende operanti nel settore, che potranno scegliere se utilizzare le proprie risorse od appoggiarsi a quelle di Telecom Italia.
Neelie Kroes, commissario europeo per le telecomunicazioni, ha apprezzato la novità esortando nuovamente l’Italia a fare investimenti nel campo della banda larga. Secondo la Kroes il nostro Paese ha bisogno di una “cultura digitale” diffusa e non circoscritta ad una parte della popolazione. «Trenta milioni di italiani (la metà della popolazione, un chiaro esempio di digital divide) non vanno su internet. È una lacuna che va colmata al più presto. La Banda larga ci permetterà di restare competitivi in Europa, rispetto al resto del mondo, dove la rete è molto veloce».
Il rimprovero del Commissario Europeo per le Telecomunicazioni, Neelie Kroes, ha lo scopo di attivare un impegno immediato per promuovere la diffusione della rete e della cultura digitale, in modo che anche l’Italia dopo anni di immobilismo possa allinearsi ai programmi comunitari secondo le regole stabilite dall’Unione Europea.
E la Kroes chiede all’Italia un impegno finanziario sostanzioso e coraggioso in quanto la banda larga dovrà essere portata a tutti entro il 2013, mentre quella veloce entro il 2020, anche perchè gli strumenti finanziari esistono ed ottocento milioni sono stati messi a disposizione e dovranno essere spesi entro il 2013.
Attraverso gli investimenti nella telematica le piccole e medie imprese hanno avuto ottimi risultati avendo ottenuto crescita sette volte maggiore. La Kroes crede molto nelle PMI e vede per questo settore un ruolo fondamentale nel rilancio del tessuto economico italiano: «È importante coinvolgere anche le Piccole e medie imprese nell’agenda digitale anche perchè sono preoccupata del fatto che milioni di nostre imprese stanno concedendo un vantaggio competitivo alle imprese estere che hanno connessioni molto più veloci delle nostre».
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