15 Agosto 2015 di Daniele Frulla
Ho sete, non c’è nemmeno una bottiglia d’acqua, un bar per favore!! Si sà che l’Acqua è una risorsa primaria, per quello che se ne dica è sempre l’Acqua che ci tiene in vita, abbiamo bisogno di berne almeno 2 litri al giorno e quando non c’è la desideriamo.
Pensate di andare nel deserto, in una foresta, oppure a fare una passeggiata in montagna senza portarvi una scorta d’acqua? Non andrete molto lontano.
Le scienze dovrebbero trovare modi nuovi per reperire questo bene così prezioso. Uno di questi modi è di reperire l’acqua dall’aria.
Partiamo dalla formula chimica dell’acqua, H2O. Come poter mettere insieme due atomi di idrogeno con uno di ossigeno?
Gli elementi idrogeno e ossigeno si trovano già nell’aria e ve ne sono in abbondanza, fortunatamente.
Già nei tempi più antichi ci si accorse che di notte si poteva trovare l’acqua in forma di rugiada nelle foglie degli alberi, non ve ne era molta, ma il solo fatto che ci potesse essere acqua era positivo.
Si provò ad imitare la natura costruendo i famosi pozzi ad aria. Erano semplici strutture in argilla che di notte raccoglievano diversi litri di acqua perché l’umidità al loro interno si trasformava in rugiada e questa defluiva in una pozza.
Al tempo d’oggi pochi si sono concentrati sul problema idrico dei paesi più caldi, ma alcuni non sono rimasti con le mani in mano. Degli studenti anno vinto l’Autodesk Sustainability Workshop Award for the 2012-2013 Biomimicry Student Design sul loro progetto Chaac Ha che prende il nome dalla divinità Maya della pioggia. Di notte si può raccogliere fino a 2 litri di acqua, ideale per una singola persona.
Un altro bel progetto è stato realizzato in Etiopia ad opera dell’architetto Arturo Vittori. Si chiama Warka Water ed è una struttura in bambù che può accumulare durante la notte fino a 100 litri di acqua, davvero no male per un villaggio dell’Etiopia e con costi bassissimi. La forma della torre rappresenta una bottiglia che all’interno intrappola l’umidità e non la fa uscire. La bottiglia è una fitta rete di bambù che di notte trasforma l’aria in goccie di rugiada che cadono per gravità all’interno di una bacinella riempendola.
Ancora un altro progetto, che però è ideale per l’irrigazione si chiama Airdrop. Questo sistema spinge l’aria calda sotto terra in una cisterna. L’aria calda (compresa di umidità) raggiunge il suo punto di rugiada e si trasforma in acqua. Questa viene poi pompata per l’irrigazione a goccia. Il sistema si avvale di un energia eolica ed energia solare.
Il sistema di condensare l’aria in acqua è stato quindi sperimentato e funziona: sfruttare il punto di rugiada dell’aria, così da portare il vapore acqueo a liquefarsi. Portare l’aria calda ad ambienti più freddi lo si può fare in diverse maniere, poi si dovrà incanalare la rugiada in contenitori freschi e lontani da fonti di calore.
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