14 Agosto 2007 di Daniele Frulla
Ancora una volta si annuncia un altro bug simile a quello dell'anno 2000, ma questa volta per l'anno 2038, sui software che si basano sul formato della data POSIX.
I programmatori hanno abbastanza tempo per aggiornare i loro software!
Qualsiasi programma abbiate per martedì 19 gennaio alle ore 03:14:07 dell'anno 2038, quel giorno, speriamo che sia a 64 bit! Altrimenti rischiate seriamente di incorrere nel 2038 BUG!
Eh si, perchè i sistemi Unix a 32 bit indicano la data con un valore intero di 31 bit più un bit per il segno (positivo o negativo).
Poichè 231 equivale a 2.147.483.647 secondi, ovvero più di 35 milioni di minuti, quindi quasi 600 mila ore, cioè poco meno di 25 mila giorni, ciò significa che più o meno dopo 68 anni dalla data di default (1 gennaio 1970), ovvero alle ore 3.14 e 7 secondi del 19 gennaio del 2038, il contatore andrà in overflow, passando al valore -2.147.483.648 continuando poi ad incrementarsi fino allo zero (per altri 68 anni).
Questo causerà problemi a molti programmi, che evidentemente non sono in grado di gestire la data quando questa passerà ad un valore negativo!
La soluzione? Beh, aggiornare i sistemi di gestione della data con i più nuovi a 64 bit, grazie ai quali il problema non sarà propriamente risolto, ma rimandato di ben 290 milioni di anni! Sistemi di questo tipo sono già ora in vendita e non è difficile immaginare che nei prossimi 30 anni la maggior parte sarà stata sostituita, anche se non stiamo parlando di soli personal computer ma anche di motori di ascensori, forni microonde, distributori di benzina, i cui tempi di aggiornamento sono sicuramente più lunghi rispetto ai normali pc.
Molte altre informazione le potrete trovare sul Bug 2038 che affronta il problema.
Fonte: www.newstechnology.eu
13 Agosto 2007 di Daniele Frulla
Sembra fantascienza, ma è già realtà. Un robot telecomandato da terra aiuta i Vigili del Fuoco a visualizzare con facilità l'incendio ed avvicinarsi al fuoco dove l'uomo non può arrivare.
21 Luglio 2007 di Daniele Frulla
Da una collaborazione italo-finlandese tra i ricercatori dell'Universita' di Helsinki e Francesco Giazotto del centro NEST del CNR-INFM nasce il primo transistor che funziona grazie a un flusso di calore e non di corrente.
Oltre che un transistor l'apparecchio e' anche un refrigeratore, e in futuro potrebbe rivoluzionare i sistemi per raffreddare nanostrutture e per costruire rivelatori ultrasensibili di radiazione da impiegare in astronomia e telecomunicazioni. Il transistor e' realizzato utilizzando un elettrodo metallico e materiali superconduttori.
Nel dispositivo gli elettroni che per effetto tunnel passano attraverso la giunzione tra il metallo e il superconduttore trasportano il calore e solo un elettrone per volta puo' attraversare la sottile giunzione tra metallo e superconduttore a causa della reciproca repulsione tra gli elettroni.
In questo modo solo gli elettroni piu' ''caldi'' e dunque con maggior energia possono abbandonare il metallo e generano il flusso di calore verso il superconduttore raffreddando il metallo. I ricercatori hanno scoperto che il passaggio di calore attraverso il transistor dipende dalla temperatura dell'elettrodo metallico. Il dispositivo puo' dunque essere usato come un termometro molto accurato in grado di rilevare millesimi di kelvin.
Oltre che da transistor il dispositivo si presta ad essere un efficiente refrigeratore per l'elettronica – con potenziali ricadute nello studio delle nanostrutture, che possono essere raffreddate in modo piu' efficiente – ed e' adatto per costruire rivelatori ultrasensbili da impiegare in satelliti, radiotelescopi e per le telecomunicazioni.
Secondo Francesco Giazotto, il ricercatore italiano coinvolto nello studio apparso su Physical Review Letters , questo settore di ricerca merita sempre piu' attenzione.
''Abbiamo mosso i primi passi pochi mesi fa e gia' oggi abbiamo ottenuto un primo dispositivo funzionante. Anche se il flusso di calore e' ancora troppo piccolo per molte applicazioni, la strada che abbiamo intrapreso e' promettente e contiamo di ottenere risultati sia nello studio delle nanostrutture sia per la realizzazione di componenti elettronici e refrigeratori''.
Fonte: ASCA